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The AI Effect | Musica, Diritti e Impatto Sociale: sintesi dell’Evento alla Milano Music Week

  • Immagine del redattore: Redazione AIRIA
    Redazione AIRIA
  • 24 nov
  • Tempo di lettura: 3 min
Un momento dell'evento The AI Effect
Un'immagine dell'evento. Da sinistra: Anita Falcetta (Mokamusic, Women of Change); Carmelo Fontana (AIRIA); Federico Fusco (Dentons); Camilla Siola (Sony Music Publishing); Federico Bagnoli Rossi (FAPAV)

Nell'ambito della Milano Music Week 2025, si è tenuto lo scorso 21 novembre presso Detune l'evento "The AI Effect: Musica, Diritti e Impatto Sociale". L'incontro, ideato e moderato da Anita Falcetta (Mokamusic, Women Of Change) e realizzato con il patrocinio di AIRIA, ha rappresentato un momento cruciale di dialogo sui vantaggi e le criticità del rapporto tra creatività umana e Intelligenza Artificiale.


L'obiettivo del panel è stato esplorare le nuove direttive europee, il diritto d'autore e l'impatto sociale della tecnologia, intesa come leva di coesione e benessere collettivo. Di seguito riportiamo una sintesi dei principali interventi dei relatori che hanno animato il dibattito.


La Voce di AIRIA


Carmelo Fontana (Google, AIRIA) ha illustrato la missione dell'associazione nel dibattito sulla regolamentazione, sottolineando la necessità di un'IA che sia "utile, sicura ed etica".


  • Complessità della filiera: Fontana ha evidenziato come l'industria musicale sia un ecosistema complesso fatto di musicisti, autori e artisti, ognuno con interessi e rapporti diversi con la tecnologia.


  • Tensione creativa: Esiste una tensione intrinseca nell'uso dell'IA nelle diverse fasi, dal training all'output, come dimostrano recenti casi legali (es. Getty Images v Stability AI).


  • Strumento, non sostituto: L'uso della tecnologia non preclude l'esperienza culturale ma la diversifica; l'IA è una conseguenza dell'evoluzione tecnologica, non il presupposto per cui si fa musica.


Il Punto di Vista dei Creativi e dei Musicisti


Il dibattito ha dato ampio spazio a chi la musica la vive e la produce, portando alla luce visioni contrastanti ma complementari:

  • Taketo Gohara (Sound Designer): Ha offerto una visione cauta, sottolineando come l'avvento dell'IA possa portare a una nuova forma di "solitudine" nella produzione musicale. Sebbene "comoda", l'IA rischia di standardizzare i processi ("canalizzazione standard"), eliminando quegli errori e quelle improvvisazioni che rendono la musica umana e unica.


  • Saturnino Celani (Bassista): Ha smontato la visione pessimista, ricordando che i fan sono più che mai interessati all'esperienza della connessione dal vivo. Ha notato come il settore live sia in crescita e giochi un ruolo chiave, un ambito dove i musicisti non sono ancora "toccati" dalla sostituzione tecnologica.


  • Marco Boarino (Artistic & Show Director): Ha ricordato che l'IA è nelle nostre vite da molto tempo e che tutto parte sempre dalla scrittura. Ha descritto il rapporto tra creativo e tecnologia come un dialogo continuo, citando l'esempio dell'uso di strumenti come Pinterest nei brief pubblicitari.


  • Giacomo De Poli (Lifegate Radio): Ha fornito un contesto storico, paragonando l'IA all'introduzione della chitarra elettrica per Bob Dylan o all'avvento della EDM. La previsione è che anche l'IA diventerà uno strumento "degno" di espressione artistica, sempre guidato dalle istruzioni umane.


L'Industria, il Diritto e la Responsabilità


Gli esperti del settore legale e produttivo hanno spostato l'attenzione sulla regolamentazione e sull'uso consapevole degli strumenti.

  • Philip Abussi (Mokamusic): La parola chiave del suo intervento è stata responsabilità. Usare l'IA in modo etico può portare a grandi evoluzioni e sperimentazioni (come nel Circuit Bending), specialmente nell'ambito della sync music e dell'advertising.


  • Federico Bagnoli Rossi (FAPAV): Si è concentrato sulla tutela dei contenuti e la lotta alla pirateria. Ha evidenziato come il settore audiovisivo utilizzi già massicciamente l'IA proprio per la protezione dei diritti e la ricerca di contenuti piratati.


  • Camilla Siola (Sony Music Publishing): Ha delineato un quadro ancora incerto per l'industria musicale rispetto alle licenze, notando come altri settori (come il cinema) abbiano già adottato clausole contrattuali più aperte. La criticità maggiore rimane la tutela degli autori in un panorama non ancora definito.


  • Federico Fusco (Dentons): Ha spostato il focus dal plagio (difficile da realizzare "per caso" tecnicamente) al tema dei Deep Fake, identificato come il vero problema attuale. Tuttavia, ha concluso che la risposta risiede nella tecnologia stessa, attraverso soluzioni di watermarking e fingerprinting che garantiscano trasparenza e tracciabilità del contributo umano.


Conclusioni L'evento ha confermato che, sebbene le sfide legali ed etiche siano complesse, l'Intelligenza Artificiale non è destinata a sostituire l'arte, ma a ridefinirne i confini. Come ribadito da AIRIA, la priorità resta quella di guidare questa trasformazione affinché la tecnologia rimanga al servizio della creatività umana.


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